martedì 3 dicembre 2013

VERGOGNA QUESTA CORTE DI RE GIORGIO

Napolitano blinda il governo Letta

Vertice al Quirinale tra Capo dello Stato e pemier. Fiducia l’11 dicembre Il Quirinale: ora serve discontinuità. Forza Italia: larghe intese finite

Il Presidente del Consiglio incaricato Enrico Letta accetta l'incarico
Un’ora di colloquio al termine del quale si ribadisce la fiducia nella nuova maggioranza parlamentare. Il presidente del Consiglio sale al Quirinale per definire col Capo dello Stato Giorgio Napolitano il passaggio parlamentare conseguente all’uscita di Forza Italia dalla maggioranza che sostiene l’esecutivo e ne esce di fatto rafforzato.
Letta ottiene un passaggio alle Camere veloce - è già stato calendarizzato per mercoledì 11 dicembre - senza essere costretto a dimettersi per essere rimandato al Parlamento. Napolitano, dal canto suo, incassa quel che voleva: rafforzare la maggioranza politica che sostiene l’esecutivo, formalizzare il passaggio del partito di Berlusconi all’opposizione e inchiodare il nuovo segretario del Pd alle proprie responsabilità. Senza il Cavaliere vengono meno tutti gli alibi.
L’asse Quirinale-Palazzo Chigi dunque si rinsalda sempre di più. Anche perché oggi il destino del premier è strettamente legato a quello del Capo dello Stato. Se cade Letta anche Napolitano farà un passo indietro, venendo meno il presupposto per cui ha accettato un secondo settennato. Il Presidente della Repubblica e il Presidente del Consiglio dei ministri - si legge in una nota del Quirinale - «hanno ribadito il convincimento che l’approvazione da parte del Senato della legge di Stabilità su cui il Governo aveva posto la questione di fiducia - dopo che il gruppo parlamentare FI-Pdl aveva dichiarato di non condividere tale fondamentale legge e di ritirare pertanto l’appoggio al Governo - ha confermato la permanenza del rapporto fiduciario anche nella nuova situazione politico-parlamentare venutasi a determinare». Nella nota si spiega che «si è convenuto sulla opportunità di un sollecito passaggio parlamentare che consenta di prospettare indirizzi e contenuti dell’attività di Governo, segnando la discontinuità intervenuta tra la precedente e la nuova maggioranza, esigenza sottolineata in particolare dalla delegazione parlamentare di Forza Italia nel corso dell’udienza del 28 novembre scorso. Tale passaggio non può che assumere i caratteri di un dibattito sulla fiducia. Il presidente Napolitano ha quindi invitato il Presidente del Consiglio a concordare con i Presidenti delle Camere tempi e modalità del dibattito, che potrà svolgersi già durante la prossima settimana, pur essendo tuttora in corso la sessione di bilancio».
Napolitano e Letta convengono quindi «sulla opportunità di un sollecito passaggio parlamentare» che faccia una sorta di «tagliando» alla maggioranza e, attraverso un nuovo voto di fiducia, consenta di voltare pagina all’esecutivo. Senza Berlusconi - è l’idea di Quirinale e Palazzo Chigi - la maggioranza sarà più esigua numericamente ma più coesa politicamente. Si realizza nei fatti, dunque, quella «maggioranza politica diversa da quella numerica» evocata dallo stesso premier il 2 ottobre subito dopo lo strappo tra alfaniani e berlusconiani. Per questo Napolitano e Letta confermano «la permanenza del rapporto fiduciario anche nella nuova situazione politico-parlamentare venutasi a determinare».
Il voto di fiducia - dopo un veloce contatto tra il ministro per i Rapporto col Parlamento Dario Franceschini e i presidentei di Camera e Senato Laura Boldrini e Pietro Grasso - viene calendarizzato, come detto, per mercoledì 11 dicembre: il mattino a Montecitorio e il pomeriggio a Palazzo Madama.
Per Forza Italia, però, le larghe intese sono ormai al capolinea. «Prendiamo atto della sollecita risposta del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, alla nostra richiesta su una parlamentarizzazione della crisi di governo, dopo l’uscita di FI dalla maggioranza che sosteneva l’esecutivo Letta - dicono i capigruppo a Camera e Senato Renato Brunetta e Paolo Romani - Con questo passaggio alle Camere finirà in modo definitivo il governo delle larghe intese, e con esso questa fase della legislatura. Il voto di fiducia che Letta dovrà chiedere al Parlamento va interpretato non solo come un segno chiaro di discontinuità, che abbiamo da subito chiesto, ma anche come una crisi di fatto. Una presa d’atto ufficiale della fine del governo delle larghe intese». Questa sera alle 19 i gruppi parlamentari di FI si riuniranno nella sede del partito di piazza San Lorenzo in Lucina alla presenza di Silvio Berlusconi.
Daniele Di Mario

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