lunedì 2 dicembre 2013

difensori dello stato




0205_da_Atlanticus81

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Inserito il - 16/11/2013 : 19:03:04  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Atlanticus81 Invia a Atlanticus81 un Messaggio Privato Aggiungi Atlanticus81 alla lista amici  Rispondi Quotando
Certamente TTE, ma bisognerebbe ricordare ai "Difensori dello Stato" che lo Stato siamo noi cittadini!

Non i Palazzi del Sistema, traditori dell'interesse del popolo e venduti ai poteri forti.

Se davvero chi indossa la divisa si ritenesse difensore dello Stato dovrebbe iniziare a "caricare" e a manganellare chi ha permesso:
- disoccupazione
- crisi economica
- disperazione
- suicidi
- etc.etc.

Insomma da difensori dello Stato dovrebbero aiutarci a difenderci dai VERI traditori dello Stato e da chi ha venduto il nostro futuro per un piatto di lenticchie

Chiusa parentesi offtopic scusate








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Wolframio

Rettiloide


0421_da_Wolframio

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ATTENTATI E MINACCE DI MORTE CONTRO GIANNI LANNES. REGIA NATO? 





a caccia di navi dei veleni

di Salvatore Esposito e Lucia Russo

Non è un eroe ma un uomo. A ben guardare affiora una ricorrente coincidenza che indirizza l’attenzione verso certe attività belliche e di intelligence dell’Alleanza atlantica. Occhio alla sequenza cronologica degli eventi.

Il 4 novembre 2008 il quotidiano La Stampa per cui lavorava Gianni Lannes, pubblica la sua inchiesta “A PICCO PER UNA BOMBA AMICA. Un’esercitazione Nato provocò l’affondamento di un peschereccio nel ‘94”. Una paginone intero che documenta i fatti con lucidità e riporta alcune testimonianze significative: una ricostruzione sintetica ed al contempo rigorosa sulla strage del peschereccio di Molfetta “Francesco Padre. Una tragedia consumatasi nell’Adriatico la notte fra il 3 ed il 4 novembre 1994, costata la vita a cinque onesti pescatori ed al loro cane Leone. Reazioni ufficiali? Nessuna, almeno in apparenza.

Poco tempo dopo si fa vivo Piero Corsini, braccio destro di Minoli alla Rai. L’inventore di Mixer, autore in quel periodo della trasmissione La Storia siamo noi, è interessato alla vicenda e vuole farne un documentario, commissionato proprio a Lannes.

Nei primi dell’anno 2009 partono le riprese filmate. Lannes intervista per conto di viale Mazzini, alcuni magistrati (Drago, Pugliese, Magrone), pescatori, familiari, tecnici e politici. I militari protagonisti della storia si rifiutano però, di parlare.

A fine maggio di 4 anni fa la casa editrice La Meridiana propone al giornalista di scrivere un libro ricostruendo la vicenda nei dettagli. E Gianni non perde un attimo: si mette subito al lavoro.

Lannes scrive anche la sceneggiatura per il filmato Rai. Per il 2 luglio 2009 alle ore 9 è fissata a Napoli presso lo studio del professor Giulio Russo Krauss (docente all’università Federico II di Napoli, titolare della cattedra di Naviglio minore). Un esperto che ha insegnato anche all’Accademia navale di Livorno e per conto della Procura della Repubblica di Trani aveva elaborato alcune perizie durante la prima inchiesta archiviata nel 1997, teorizzando senza uno straccio di prova che la barca da pesca fosse esplosa poiché portava un carico di ordigni. Si tratta dell’ultima intervista, poi si procederà al montaggio e alla produzione.

La notte fra il primo luglio e il 2 luglio 2009, ignoti fanno saltare in aria l’auto della moglie di Gianni Lannes non assicurata per questo tipo di inconvenienti. Lannes sporge denuncia e salta l’intervista al Russo Krauss. Poco tempo dopo muore prematuramente Giulio Russo Krauss. Dopodiché la Rai tenta di manomettere il lavoro di Lannes, e così l’inchiesta non andrà mai più in onda.

Nel frattempo, Lannes è costretto a portare al “sicuro” la sua famiglia. Il 21 luglio Gianni Lannes ha appuntamento con Maria Pansini, la figlia del comandante del motopesca, per accompagnarla in Tribunale a Trani ed aiutarla a visionare i fascicoli giudiziari, mai acquisiti dai parenti delle vittime. Al mattino Lannes parte con l’auto e qualche minuto dopo finisce fuori strada, ma incolume. I freni della vettura non funzionano. E viene meno l’appuntamento anche con la signora Pansini.




In quei giorni roventi d’estate Lannes sta ultimando il libro NATO: COLPITO E AFFONDATO. Consegnerà infatti le bozze alla Meridiana a metà luglio.

A fine ottobre Lannes torna a casa con la sua famiglia. Il 5 novembre 2009 è fissato l’incontro a Molfetta, presso la sede della casa editrice La Meridiana per l’incontro con i familiari dei pescatori uccisi e la consegna del volume appena stampato che verrà presentato pubblicamente presso il seminario arcivescovile il 14 novembre successivo. La sera torna nella sua abitazione. Durante la notte, ignoti danno alle fiamme la sua automobile, non è assicurata per questo tipo di danno. Lannes sporge la seconda denuncia, mentre il magistrato competente per le indagini nello stesso giorno, in tutta fretta, firma al mattino il decreto di archiviazione per il primo attentato. Le indagini della magistratura sono approdate ad un nulla di fatto.

Il 6 novembre si presenta a casa della famiglia Lannes il capitano dei carabinieri Russo. L’ufficiale dice a Lannes che non si tratta di vendette postume, bensì di tentativi di intimidazione o comunque di condizionamento. Da quel giorno la dimora del giornalista è visibilmente piantonata a turno 24 ore su 24 dai carabinieri.

Il 22 dicembre 2009 il ministero dell’Interno assegna a Gianni Lannes una scorta della Polizia di Stato, senza che lo stesso cronista ne avesse mai fatto richiesta. Anzi, Lannes non vuole alcuna protezione per sé ma soltanto per la sua famiglia.

Nel gennaio del 2010 Gianni Lannes incontra il magistrato Fini, titolare delle indagini: si verbalizza la situazione, ipotizzando in forma scritta fatti e possibili mandanti. Nello stesso anno Lannes porta all'attenzione dell'opinione pubblica il caso di Eurogendfor.

Nel febbraio 2010 il capo della Procura della Repubblica di Trani, Carlo Maria Capristo, riapre le indagini (archiviate nel 1997) sulla base del volume NATO: COLPITO E AFFONDATO. I riscontri probanti di Lannes sono stati recentente suffragati anche dai consulenti tecnici della Procura tranese. La magistratura ha inoltrato agli Usa una rogatoria internazionale, che non ha sortito alcuna risposta.

Nel maggio 2010 Lannes si reca a Perugia con la sua famiglia, accompagnato ovviamente dalla scorta di Polizia, per tenere due seminari all’università organizzati da Peacelink e partecipare alla famosa marcia della pace. La domenica sera il giornalista fa rientro a casa., ma c’è un’altra amara sorpresa ad attenderlo. Ignoti sono penetrati nella sua casa senza lasciare segni di effrazione, ed asportando soltanto un computer portatile e un hard disk. I ladri non rubano altro. E in casa, Lannes non ha l’abitudine di conservare documenti di lavoro. Lannes sporge la terza denuncia.

In quel periodo Lannes lavora alacremente all’inchiesta sulle navi dei veleni, come ben sa il ministero dell’Interno, a cui giungono periodicamente i rapporti di Polizia sulle attività giornalistiche di Lannes e dei suoi numerosi incontri pubblici in giro per l’Italia. Il 2 agosto a Salerno Lannes intercetta la nave Frelon appena giunta dalla Francia con un carico di materiale radioattivo di scarto e denuncia pubblicamente la situazione. Pochi sanno, però, che Lannes sta indagando ancora sulla NATO, più specificatamente ad una ricerca sul campo che darà corpo in seguito al libro, non ancora pubblicato.

Per gran parte degli anni 2010 e 2011 giungono al cellulare della moglie del giornalista minacce intimidatorie. Lannes sporge la quarta denuncia.

Il 19 luglio 2001, giorno della strage di via D-Amelio a Palermo, ma è soltanto una macabra coincidenza, una funzionaria del Viminale telefona a Lannes e gli comunica che dal 22 agosto 2011 sarebbe venuta meno la protezione dello Stato. Non viene addotta alcuna motivazione scritta.

Il 2 agosto 2011 cinque deputati presentano un-interrogazione a risposta scritta al ministro dell'Interno. A tutt'oggi quell'atto parlamentare non ha ancora ha avuto una risposta e risulta in corso, come decine di altre interrogazioni ed interpellanze far data dall'8 luglio 2009.

A gennaio dell'anno 2012 la moglie di Gianni Lannes trova nella sua auto, esattamente posizionato nel seggiolino di sicurezza per bambini, un biglietto anonimo che reca una minaccia di morte inconfondibile. Lannes sporge la quinta denuncia. Il Corriere della Sera riporta la notizia dell'accaduto. Nel 2012 Lannes pubblica il libro IL GRANDE FRATELLO. STATEGIE DEL DOMINIO. 

A gennaio dell'anno 2013 mentre il figlio di Gianni Lannes si trova in ospedale, il giornalista finisce ancora una volta fuori strada. I freni della vettura su cui viaggiava non hanno funzionato. Quel giorno Lannes avrebbe dovuto partecipare ad una nota trasmissione radiofonica a Roma, sul tema della guerra ambientale della Nato. Le indagini giudiziarie dopo 4 anni non hanno accertato ancora nè mandanti nè esecutori materiali degli atti criminosi contro la persona di Gianni Lannes e contro la sua famiglia.

Se per curiosità si guarda il sito del Parlamento chiunque può rendersi conto del numero considerevole di atti parlamentari presentati sulla base di inchieste autorevoli e documentate di Gianni Lannes. Atti di sindacato ispettivo che però nel 99 per cento dei casi non hanno mai avuto risposta dai Governi italiani.



a Strasburgo

Dopo tutte queste intimidazioni che non hanno di certo spaventato Gianni Lannes, i soliti ignoti passeranno all'eliminazione fisica? Perché Gianni Lannes non può vivere tranquillamente in Italia, nella sua terra e nella sua casa? Chi controlla il telefono di Gianni Lannes e chi monitora il suo lavoro di ricerca? Perché Gianni Lannes non può più condurre inchieste giornalistiche?

http://www.blogger.com/null




























































































































http://www.corriere.it/cronache/12_gennaio_30/giornalista-denuncia-ecomafia-e-riceve-minacce_350f33c2-4b42-11e1-8fad-efe86d39926f.shtml

http://antonella.beccaria.org/2009/11/10/nato-colpito-e-affondato-la-fine-del-francesco-padre/

http://megachip.globalist.it/Detail_Search_List?Session=VVTLZVTIWQ

http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=59306&typeb=0&lannes-la-pericolosa-solitudine-di-chi-riporta-i-fatti-osceni

https://pt-pt.facebook.com/notes/io-non-sono-uno-struzzo-e-non-metto-la-testa-sotto-la-sabbia/gianni-lannes-la-stampa-italiana-lo-ignora-non-%C3%A8-un-icona-per-le-sue-inchieste-%C3%A8/183264195018273

http://www.informarexresistere.fr/2012/02/09/ecomafie-il-giornalista-gianni-lannes-senza-protezione-dello-stato/

http://www.stampalibera.com/?p=59242

http://glvart.blogspot.it/2013/01/attentato-contro-gianni-lannes.html








  Firma di Wolframio 

http://globalskywatch.com/links/

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ubatuba

Essere Interdimensionale


1210_da_Neo

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Inserito il - 23/11/2013 : 12:07:22  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Clicca sul telefono per chiamare con Skype  ubatuba Invia a ubatuba un Messaggio Privato Aggiungi ubatuba alla lista amici  Rispondi Quotando

Uno studio misura gli effetti dei tagli: in Italia persi 4,9 punti di Pil, come in Francia. Impatto devastante in Grecia (-8%), ma ci rimette anche la Germania. Il caso: la pubblicazione viene tolta dal sito, salvo poi riapparire con la precisazione che “non è la posizione ufficiale” di Bruxelles.

PARIGI - L’austerity non funziona. A sostenerlo questa volta è un economista della Commissione europea, Jan In’t Veld, che ha misurato gli effetti dei tagli imposti a molti paesi dell’Ue. La Francia avrebbe così perso 4,8 punti di crescita, tra il 2011 e il 2013 e altrettanti l’Italia (-4,9% del Pil). Il record negativo in perdita di Pil è ovviamente della Grecia: -8,05%. Ma anche la Germania ci ha rimesso: una perdita di crescita stimata al 2,61%. Libération fa la copertina su questo studio inedito.

Intitolato “Fiscal consolidations and spillovers in the Euro area periphery and core”, il documento era comparso lunedì sul sito della Commissione europea, addirittura segnalato con un Tweet sul profilo ufficiale. Dopo essere stato subito ripreso da un giornale greco, è stato tolto dal sito ufficiale ma infine rimesso sottolineando però che il lavoro di Veld “non rappresenta la posizione ufficiale” della Commissione. L’economista ha incrociato diversi dati macroeconomici nazionali, allargando però allo “spillover”, agli effetti su altri paesi e sull’intera eurozona.

Il documento

La Francia è capofila dei paesi che hanno cercato di temperare le restrizioni sui conti pubblici imposte da Bruxelles. Il presidente socialista François Hollande ha condotto sforzi notevoli per tagliare la spesa pubblica ma ha comunque

chiesto e ottenuto una proroga di due anni sul famoso obiettivo del 3% tra deficit e Pil. Non a caso il rapporto dell’economista europeo, già ripreso in un blog del Wall Street Journal, sta avendo molta eco in Francia. Lo studio è finito oggi in prima pagina di Libération. Il quotidiano della gauche ne ha pubblicato ampi stralci, titolando: “La fine di un dogma”.

Il rapporto di Jan In’t Veld traccia un bilancio abbastanza critico del rigore economico imposto agli Stati negli ultimi tre anni. Anche se si tratta di uno studio puramente tecnico, senza alcuna considerazione politica, sarà sicuramente sfruttato dai partiti nazionali che da tempo denunciato la scure di Bruxelles. Veld ha per esempio misurato le conseguenze dei tagli sull’occupazione. La Francia, spiega, avrebbe avuto 3 punti in meno di disoccupazione (7,8%) se avesse rinunciato all’austerity, ovvero se avesse solo diminuito la spesa pubblica in base alla previsione di crescita. Certo, in questo caso, bisognava rinunciare a raggiungere l’obiettivo di una riduzione del rapporto deficit/Pil. Ma se fosse un obiettivo sbagliato? Non è ancora la fine di un dogma ma forse qualche dubbio comincia a circolare anche a Bruxelles.

fonte: http://www.repubblica.it/economia/2...ty-71551321/

http://www.signoraggio.it/economist...i-bruxelles/


...e questa sarebbe la nuova liberta' di informazione??????'







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Atlanticus81

Pleiadiano


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Da un articolo sul V3 dei M5S di oggi a Genova uscito su Libero... uno dei giornali peggiori d'Italia dal mio punto di vista per la sua capacità di mistificazione della realtà e di lavaggio del cervello che porta ai suoi lettori.




...

La gara con Berlusconi

Ma il succo del suo interve,nto, il cui passaggio accolto con maggior calore è quello contro Napolitano, considerato dal guru fazioso e poco trasparente sulla questione trattativa Stato-mafia, è la critica, totale, all'euro e alla grande finanza delle multinazionali che condizionano la vita quotidiana degli italiani. I dati sulle esportazioni e sul debito pubblico conduce il capo dei 5 Stelle all'annuncio "formale" di un referendum sulla moneta unica. "Noi non diremo sì o no all'euro - premette -, vogliamo che voti la gente". Ma la linea dei 5 Stelle è chiara: no a questo assetto che ha premiato solo la Germania, massacrando la produzione e il commercio italiani. Meglio piuttosto un "euro 2" che riunisca i paesi più deboli, come Grecia, Spagna e, purtroppo, l'Italia. Battaglia antica, ma con una punta di malizia: vuoi vedere che Grillo prova a rubare voti puntando sugli stessi tasti di Silvio Berlusconi, ora all'opposizione come lui?[/br]

http://www.liberoquotidiano.it/news...erdine-.html


Sarebbe Grillo che prova a rubare voti a Berlusconi????????? Quando il M5S da sempre parla di queste cose, mentre Silvio solo da pochi mesi (ovvero da quando questi temi equivalgono a voti)



Non hanno vergogna







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Atlanticus81

Pleiadiano


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Anche questa è mistificazione della realtà... cercare di attribuire un profilo politico omettendo la storia. Ribadisco di come sia sempre importante analizzare le notizie non solo nella contestualità del fatto, ma nel continuum temporale delle figure coinvolte.

Da un articolo de "Il Giornale" del 02/12/2013

Euro, storia di un imbroglio che adesso tutti ammettono
http://www.ilgiornale.it/news/inter...-972629.html

Eh no cari miei... per quanto mi riguarda arrivate tardi per racimolare i voti degli euro-scettici...

Noi, definiti "complottisti" lo si diceva da anni che l'Euro era un imbroglio e, se solo VOI politici aveste avuto il pudore di ascoltare anche gli economisti e gli intellettuali controcorrente, oltre che alle numerosi voci di dissenso, forse non saremmo arrivati a questo punto.

Ma eravate (e per me lo siete ancora e lo sarete sempre) tutti servi di Bruxelles, del FMI e del "vertice della piramide"

Quindi, per favore, un po'di onestà intellettuale non guasterebbe. Non potete incantarmi come il pifferaio di Hamelin fa con i topolini del villaggio...

Era il 2002...

Euro: i no global bocciano l'ingresso della moneta unica
http://www.vita.it/economia/euro-i-...a-unica.html

E tutti ricordiamo come fu criminalizzato il movimento no global (vedi G8 di Genova 2001) dai servi dei padroni con lo stop totale dell'azione socio-politica delle varie anime del movimento.

Credo non sia necessario postare gli articoli, sempre del Giornale, di quei giorni affinchè si ricordi il tenore degli stessi.

Vedete come tutto torna...

Grazie a Genova si sono persi anni! Anni di dibattiti e di confronti politici ed economici cessati sul nascere grazie all'etichetta di black bloc gettato sull'intero movimento.







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Thethirdeye

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 Inimitabile
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Quoto tutta la linea....

Come ho detto su un altro topic, i pregiudizi o le etichette che tanto piacciono ad alcuni, non hanno permesso allora, e forse neanche oggi (seppure con qualche distinguo), di capire come determinate problematiche e criticità fossero CHIARE e limpide già da allora.

Come dice giustamente Atlanticus, troppo tardi e soprattutto troppo comodo uscirsene ora e cavalcare l'onda prima che tutto travolgerà gli stolti che hanno
permesso questo scempio..

Cmq grazie per il link del 2002.......
cercheremo anche di appurare COME
gli sciacalli abbiano strumentalizzato la cosa
già da allora....... 







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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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