mercoledì 18 marzo 2015

I DANNI FATTI DAGLI UMANI CONTRO IL PIANETA

1111111111 Voto 0% (0 Voti)
alluminio terreni agricoli
Sos alluminio, finalmente sono stati scoperti i meccanismi di tossicità di questo metallo che limita la crescita delle piante e rende i terreni improduttivi. L'alluminio costituisce un problema soprattutto per i suoli acidi, cioè circa il 40% dei terreni agricoli del mondo.
Negli ultimi 40 anni un terzo dei terreni coltivabili di tutto il mondo è andato perso perché non produceva più. Uno degli elementi maggiormente responsabili del fenomeno è proprio l'alluminio.
La conferma arriva da una nuova ricerca, pubblicata sulla rivista Plant Physiology, ha visto la collaborazione di Università del Queensland (Australia), Università dell'Australia del Sud, Università di Oxford ed Elettra Sincrotrone Trieste in AREA Science Park.
Come spiegano gli esperti, nei suoli acidi i minerali si dissolvono e rilasciano in soluzione l'alluminio, che poi limita la crescita delle piante. Sebbene gli effetti dell'alluminio fossero noti sin dai primi del Novecento, le cause della sua tossicità per le piante non erano mai state comprese fino in fondo.
I ricercatori hanno utilizzato uno speciale microscopio, denominato TwinMic, per fotografare per la prima volta le modalità di accumulo dell'alluminio nelle radici dei semi di soia, in funzione dei tempi di esposizione.
Lo studio ha dimostrato che gli effetti tossici dell'alluminio sono estremamente rapidi, esercitandosi già a partire dai primi cinque minuti di esposizione al metallo e sono dovuti a un'inibizione diretta dell'allungamento di determinate cellule situate all'apice della radice e direttamente responsabili della sua crescita.
"Questo studio" – ha commentato Peter Kopittke dell'Università australiana del Queensland, primo autore della pubblicazione – "è una chiave importante per la corretta costruzione di strategie atte a contrastare la perdita dei suoli agricoli. Una possibile soluzione per tutelare la produzione agricola passa infatti attraverso la produzione di colture più resistenti all'alluminio. A questo scopo la conoscenza dei meccanismi d'accumulo e d'azione del metallo, a livello cellulare e subcellulare, è di fondamentale importanza".
Gli esperti sono riusciti ad ottenere una serie di mappe chimiche, che hanno evidenziato come l'alluminio si concentri nelle pareti di queste cellule, impedendone l'allentamento e l'allungamento necessari.
A causa dell'accumulo di alluminio, le radici non possono crescere e la pianta non potrà accedere all'acqua e ai nutrienti necessari per portare a termine il ciclo riproduttivo. L'effetto è già chiaramente visibile in pochi minuti ma, anche lasciando passare 24 ore, le cellule in cui l'alluminio si è concentrato sono sempre quelle collocate nella stessa zona della radice, come hanno sottolineato gli esperti.
Ora che i ricercatori hanno individuato le cause del fenomeno, sarà possibile trovare una soluzione?
Marta Albè
Leggi anche:


Dove prima c’era l’abbondanza oggi non cresce nulla!Sempre più terreni agricoli improduttivi.Ecco perchè

terreni agricoli improduttivi alluminio

In molti terreni agricoli dove prima cresceva tutto in abbondanza,oggi c’è il nulla.Motivi?L’inquinamento e l’alluminio che limita la crescita delle piante.

Negli ultimi 40 anni un terzo dei terreni coltivabili di tutto il mondo è andato perso perché non produceva più. Oltre all’inquinamento,uno degli elementi maggiormente responsabili del fenomeno è proprio l’alluminio.
La conferma arriva da una nuova ricerca, pubblicata sulla rivista Plant Physiology, ha visto la collaborazione di Università del Queensland (Australia), Università dell’Australia del Sud, Università di Oxford ed Elettra Sincrotrone Trieste in AREA Science Park.
Come spiegano gli esperti, nei suoli acidi i minerali si dissolvono e rilasciano in soluzione l’alluminio, che poi limita la crescita delle piante. Sebbene gli effetti dell’alluminio fossero noti sin dai primi del Novecento, le cause della sua tossicità per le piante non erano mai state comprese fino in fondo.
I ricercatori hanno utilizzato uno speciale microscopio, denominato TwinMic, per fotografare per la prima volta le modalità di accumulo dell’alluminio nelle radici dei semi di soia, in funzione dei tempi di esposizione.
Lo studio ha dimostrato che gli effetti tossici dell’alluminio sono estremamente rapidi, esercitandosi già a partire dai primi cinque minuti di esposizione al metallo e sono dovuti a un’inibizione diretta dell’allungamento di determinate cellule situate all’apice della radice e direttamente responsabili della sua crescita.
“Questo studio” – ha commentato Peter Kopittke dell’Università australiana del Queensland, primo autore della pubblicazione – “è una chiave importante per la corretta costruzione di strategie atte a contrastare la perdita dei suoli agricoli. Una possibile soluzione per tutelare la produzione agricola passa infatti attraverso la produzione di colture più resistenti all’alluminio. A questo scopo la conoscenza dei meccanismi d’accumulo e d’azione del metallo, a livello cellulare e subcellulare, è di fondamentale importanza”.
Gli esperti sono riusciti ad ottenere una serie di mappe chimiche, che hanno evidenziato come l’alluminio si concentri nelle pareti di queste cellule, impedendone l’allentamento e l’allungamento necessari.
A causa dell’accumulo di alluminio, le radici non possono crescere e la pianta non potrà accedere all’acqua e ai nutrienti necessari per portare a termine il ciclo riproduttivo. L’effetto è già chiaramente visibile in pochi minuti ma, anche lasciando passare 24 ore, le cellule in cui l’alluminio si è concentrato sono sempre quelle collocate nella stessa zona della radice, come hanno sottolineato gli esperti.
Ora che i ricercatori hanno individuato le cause del fenomeno, sarà possibile trovare una soluzione?
Di Marta Albè

QUESTO DIMOSTRA CHE LA VERITA DELLE COSE GLI FA MALE PERCHE SONO MENTALMENTE ISTABILI

Stefano Gabbana: a fuoco la sua villa a Londra

Stefano Gabbana: a fuoco la sua villa a Londra
 
 
 
 
 
Brutto episodio per Stefano Gabbana. Giovedì 12 marzo, di mattina, è andata a fuoco la sua villa londinese. Il noto stilista siciliano non si trovava nella capitale britannica, i vicini hanno visto una nuvola di fumo nero uscire dalle finestre e hanno subito chiamato la London Fire Brigade. Una nutrita squadra di pompieri è giunta sul posto – per l’esattezza sulla collina di Primrose, il quartiere londinese in cui si concentrano le abitazioni delle star del cinema e degli oligarchi russi – con quattro autopompe ma le fiamme continuavano ad opporre resistenza.
Si è reso per tale motivo necessario anche l’intervento di un aereo che dall’alto ha buttato liquidi anti incendio al fine di evitare che il fuoco si propagasse e finisse per danneggiare pure le case adiacenti. Secondo le prime ricostruzioni relative alla dinamica dell’episodio, l’incendio è derivato dal sistema elettrico è stato accidentalmente causato dagli operai impegnati nell’installazione dell’impianto di condizionamento dell’aria.
La lussuosissima (e splendida) abitazione è stata acquistata da Stefano Gabbana la scorsa estate per oltre 13,5 milioni di sterline dopo una serrata “guerra” al rialzo con la regista di Cinquanta sfumature di grigio Sam Taylor-Johnson e con suo marito Aaron. Da allora Gabbana ha fatto realizzare diversi interventi perché il luogo rispecchiasse in pieno tutte le sue esigenze. Fra questi interventi c’è anche – appunto – l’impianto di condizionamento. Nel corso del fine settimana Gabbana volerà a Londra per verificare di persona tutti i danni subiti dalla sua proprietà.
Foto by Twitter

ESSERE VEGETARIANI/ VEGANI FA BENE AL CORPO E ALL'ANIMA

Ecco cosa scriveva sul non mangiar carne un modernissimo Tolstoj nel 1899!

Pubblicato da  on 18 marzo 2015
Ecco cosa scriveva sul non mangiar carne un modernissimo Tolstoj nel 1899!
Lev Tolstoj, il grande scrittore, filosofo ed educatore russo del XVII secolo, negli ultimi 25 anni della sua vita divenne unfervente vegetariano.
Scrisse “Contro la caccia e il mangiar carne“, un meraviglioso saggio sull’alimentazione vegetariana.
E’ la confessione del suo tormento di ex cacciatore che troppo tardi ha compreso “per mezzo del cuore” la compassioneper tutti gli esseri viventi.
Desidero condividere con voi la lettera che scrisse a sua cognata, Elena Andreevna, che gli aveva confidato il suo disagio provato nel cibarsi di animali. Era il 1899.
Sono parole di una modernità incredibile, di una attualità disarmante! Mi hanno davvero commossa.

Elena Andreevna,
la vostra indignazione all’idea degli animali torturati e uccisi per soddisfare l’avidità umana non è sentimentalismo bensì un sentimento fra i più leciti e
 naturali.
Ma non bisogna indignarsi al punto di odiare gli uomini per pietà
 verso gli animali, come dite voi; bisogna invece agire in conformità di ciò a cui
vi spinge questo sentimento, e cioè non mangiare carne di qualsiasi essere a cui
sia stata tolta la vita.
Sono convinto che nel prossimo secolo la gente racconterà
con orrore e ascolterà con dubbio come i loro antenati ammazzavano gli
 animali per mangiarli.
Il vegetarianismo si diffonde molto rapidamente: a
Londra, dove vent’anni fa non si poteva trovare cibo vegetariano, esistono già ristoranti vegetariani.
So, da intimi amici, che più di trenta persone hanno
 smesso di consumare la carne durante questi ultimi anni.
Vi avverto, tuttavia, che se smetterete di mangiar carne, incontrerete una fortissima resistenza, anzi un’irritazione, da parte dei vostri familiari, e vi verrà dimostrato con la scienza
 che la carne è indispensabile all’uomo e che vi danneggiate e vi create
 difficoltà domestiche.
Tutti noi abbiamo subìto tutto ciò, ma se non si agisce
 con convinzione, tutte le dimostrazioni rimarranno senza effetto, come
 rimarrebbero senza effetto le dimostrazioni che per mantenere la salute bisogna
 mangiare gli uomini.
Forse vi domanderete, oppure vi verrà detto: «Se non
 bisogna uccidere i polli e i montoni, perché allora sterminare i topi, gli
 scarafaggi eccetera?»
A ciò rispondo sempre che la compassione per gli
 animali è la più preziosa qualità dell’uomo e io (come uomo), sono tanto più
 felice quanto più la sviluppo in me. Sono contento di aver cominciato a
compatire i polli, o montoni, i conigli, e né li mangio né li desidero, sono
 contento di compatire i topi, e li lascio scappare, invece di ammazzarli, e sarò 
contento quando compatirò le zanzare e le pulci.
I vegetariani dimostrano la
 superiorità del cibo senza carne per la salute (procuratevi i libri su questo —
c’è quello di Bojdanov — e leggeteli); ma l’argomento principale e
 inoppugnabile è quello addotto da voi, il sentimento morale.
Vi auguro una 
lieta soluzione del problema che vi tormenta.

Tratto da: “Contro la caccia e il mangiar carne” di Lev Nikolaevic Tolstoj  Ed. Isonomia, Este, (PD), 1994, pagg.85,86,87
contro-la-caccia

UNA SOCIETA" ALLA DERIVA. PERSONE CHE DOVREBBERO MANTENERE L'ORDINE SONO INCAPACI, RAGAZZI ALLO SBANDO. POVERO MONDO VERGOGNOSO VERAMENTE VERGOGNOSO. FACILE CHIEDERE SCUSA DEVONO COMINCIARE AD ESSERCI VERAMENTE RIEQUILIBRIO E FARE CAPIRE METTENDOLE A LAVORARE PER AIUTARE LE PERSONE DISABILI COSI FORSE CAPISCE QUANTO E VIGLIACCA

Ragazza disabile picchiata in classe. Scrive la bulla: “mi pento di essere stata una bulla. Ma datemi un’altra possibilità”

Cari amici,
qualche giorno fa ho pubblicato e raccontato quanto accaduto all’interno dell’istituto alberghiero – Giulio Pastore – Varallo, in provincia di Vercelli.  
Per chi non fosse informato, alcuni giorni fa, un gruppo di ragazzi/e – evidentemente annoiati dalla lezione – hanno pensato bene di passare il loro tempo prendendo a calci, pugni, schiaffi e sputi una loro compagna di classe con problemi di disabilità, tra l’altro davanti all’insegnante che non intervenne. Anzi, è rimase del tutto indifferente.
Greta, 15 anni, una delle protagoniste di questa triste vicenda chiede al mondo «una seconda possibilità». Lo fa con questa lettera:
Ciao, il mio nome è Greta, ho 15 anni. 
Sì, sono la ragazza che tutti voi state dipingendo come un mostro. Le persone che mi conoscono, sanno che non sono una ragazza violenta, anzi, io sono dell’idea che le parole dette in una certa maniera, possano far più male di uno schiaffo. 
Purtroppo, e risottolineo purtroppo, sto attraversando un brutto periodo, e a volte presi dalla rabbia e dal nervoso, si fanno cose che non si vorrebbero fare. A volte si agisce d’impulso, senza pensare a quello che si sta facendo. Io ho sbagliato, sicuramente. Non dovevo fare quello che ho fatto, ma come ho già detto prima, a volte si agisce d’impulso. Io credo che ogni essere umano possa sbagliare, altrimenti non verrebbe definito «umano». 
Ma credo anche che chiunque si meriti una seconda possibilità. È giusto pagare per i propri errori; anche se sono davvero dispiaciuta per quello che è successo. Anzi, dispiaciuta non è la parola adatta, la parola esatta è pentita. Sono molto pentita per ciò che ho fatto, tornassi indietro non lo rifarei mai. 
State parlando di «bullismo». Io non sono una bulla! Mi state facendo passare per quella che non sono!
Mi sento uno schifo, anche se so che per la maggior parte di voi è giusto così. Quello che sto passando io è sovrumano. È più di quanto ognuno di voi si possa immaginare.  Mi state giudicando tutti, ma mi state giudicando per quello che non sono.
Non sono né una bulla, né una ragazza a cui piace fare del male alle altre persone. Ho sbagliato, lo so, e chiedo scusa a S. Non chiedo la vostra comprensione, ma ci tenevo a farvi sapere che nonostante io abbia sbagliato, mi state facendo passare e sentire come una ragazza che ha ucciso. 
Ognuno merita una seconda opportunità, a maggior ragione se si è capito l’errore commesso!
- See more at: http://www.andreamavilla.com/2015/03/18/ragazza-disabile-picchiata-in-classe-scrive-la-bulla-mi-pento-di-essere-stata-una-bulla-ma-datemi-unaltra-possibilita/#sthash.Fvt0M8xv.HqRjMEQu.dpuf

PERCHE TUTTI QUESTI ORRORI SUL PIANETA BASTA QUESTI BAGN DI SANGUE INNOCENTE

Ravenna – Lega Nazionale per la Difesa del Cane: il Consiglio di Stato condanna a morte 67 daini.
Ravenna – Lega Nazionale per la Difesa del Cane: il Consiglio di Stato condanna a morte 67 daini.
Immagine di dainiLega Nazionale per la Difesa del Cane ha appreso con incredulità e disappunto della decisione del Consiglio di Stato di rigettare l’istanza del coordinamento ”Viva i daini vivi della Pineta di Classe”, autorizzando così la Provincia di Ravenna a procedere nello sterminio ingiustificato dei poveri animali.
Il coordinamento, composto dall’Associazione Vittime della Caccia, Earth, Animal Liberation e C.L.A.M.A, aveva ottenuto in un primo tempo dallo stesso Consiglio di Stato una sospensiva del provvedimento che apriva speranze sulla sopravvivenza di questi animali. Purtroppo, successivamente, lo stesso Consiglio di Stato ha invece deliberato in favore delle doppiette ignorando la possibilità di applicare misure alternative ecologiche, peraltro previste per legge.
La vicenda è iniziata nel novembre dello scorso anno quando la Provincia di Ravenna ha approvato una delibera nella quale veniva programmato l’abbattimento di 67 daini (53 maschi e 14 femmine) sconfinati nelle aree agricole fuori dalla pineta protetta, adducendo come pretesto i presunti danni all’agricoltura, in media di 6mila euro l’anno, secondo quanto affermato dalla Provincia. Una motivazione risibile oltre che tutta da accertare e soprattutto spropositata per risolvere un problema economico modesto.
Del resto lo stesso ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ammette di aver sempre valutato piani di abbattimento e mai altre soluzioni, tipo recinzioni o protezioni, prima di arrivare a una conclusione cruenta.
Sono stati estratti a sorte 63 su 100 selecontrollori, ovvero cacciatori privati, non dipendenti della provincia), i quali hanno il compito di eliminare un daino a testa. A nulla sono serviti le migliaia di email di protesta pervenute agli enti preposti e gli appelli delle associazioni, persino alla proposta di una facoltosa signora tedesca che si sarebbe fatta carico di tutti i daini è stato risposto che la legge non prevede soluzioni alternative a quelle dell’abbattimento.
Lega Nazionale per la Difesa del Cane non condivide le parole del presidente della Provincia Claudio Casadio, il quale nega favoritismi nei confronti del mondo venatorio e asserisce che i selecontrollori vengono utilizzati per far rispettare la legge e favorire l’equilibrio ambientale.
Considerando il crescendo di gesti aggressivi da parte di questi ultimi nei confronti di privati cittadini e animalisti arrivati sul posto per manifestare pacificamente e che sono stati minacciati, insultati e a volte picchiati, risulta difficile dare credibilità alle parole di Casadio, in quanto i suoi selecontrollori stanno decisamente offrendo un’immagine ben distante dal senso di civiltà.
Recente fra l’altro l’episodio nel quale un attivista contrario alla strage imposta dalla Provincia, si è ritrovato sul cofano dell’auto una testa di daino, avvertimento decisamente più consono a una organizzazione mafiosa. Peraltro gli arroganti incaricati all’abbattimento hanno assunto atteggiamenti ridicoli visto che, impauriti dai fischietti degli animalisti, pretendono di farsi scortare dalle forze dell’ordine fino al luogo stabilito per la “dilettevole” uccisione dei daini.
Lega Nazionale per la Difesa del Cane giudica inaccettabile la decisione maturata in sede di Consiglio di Stato, incurante di una molteplicità di fattori che, a quanto pare, non sono stati valutati con obiettività, favorendo palesemente le pressanti brame venatorie con il pretesto di presunti danni alle colture da parte dei poveri daini, ormai definitivamente condannati a morte. Senza appello.
Michele Di Leva
Responsabile Caccia e Fauna selvatica LNDC

17 marzo 2015
Lega Nazionale per la Difesa del Cane
Ufficio Stampa
Tel.: 0226116502
Fax: 02.36638394

PUBBLICITA" PAGINA FB

PUBBLICITA" PAGINE FB

(1) Gioia Cartomanzia
(1) Gioia cartomanzia. Film video da vedere