lunedì 25 novembre 2013

DONARE IL CORDONE OMBELLICALE

A PROPOSITO DI METODI SOSTITUTIVI: DONIAMO IL CORDONE OMBELICALE

Si parla tanto di staminali, ma in pochi sanno che cosa sono e conoscono le loro potenzialità per la ricerca. Lo dimostra la recente indagine condotta dall’ISPO su un campione di 600 adulti tra i 20 e i 44 anni: risultati sconcertanti che mostrano come gli italiani non conoscano le potenzialità dell’uso di queste cellule e abbiamo informazioni errate, tanto che “il 48% afferma di non sapere esattamente di cosa si tratti e un altro 29% di averne sentito parlare, ma di non essere al corrente della distinzione tra donazione e conservazione”. 
Inoltre, c’è una grossa confusione tra le cellule cordonali e quelle embrionali: “ l'82% ritiene che quando si sente parlare di cellule embrionali, si intendono proprio quelle del cordone ombelicale" e l'81% che "i problemi di natura etica di cui si sente parlare si riferiscano alle cellule staminali del sangue del cordone ombelicale".
Il risultato, anche in questo caso, lo pagano sia gli uomini che gli animalile cui cellule vengono prelevate da individui fatti artificialmente ammalare e soppressi, mentre potremmo disporre di moltissimo materiale specie-specifico (altamente più predittivo) proveniente dai cordoni ombelicali,  che nel 97% dei casi viene gettato.
Le staminali presenti in questo tessuto non hanno nulla a che vedere con quelle prelevate dall’embrione, la cui estrazione comporta la distruzione dell’embrione, quindi non hanno nessuna controversia morale e nessun vincolo legislativo.
L’uso di metodi sostitutivi alla sperimentazione animale, che comprende l’impiego di materiale umano proveniente da volontari, deve essere una priorità e non restare una ricerca di nicchia: ognuno di noi può essere protagonista di questo cambiamento pubblicizzando la scelta etica, verso tutti, di donare il cordone dopo il parto.

FRANCIA

Francia, ex militante racconta il Front National: “Svastiche e battute omofobiche”

La denuncia arriva da Arnaud Cleré, agricoltore e politico locale che alle scorse elezioni aveva aderito al partito di Marine Le Pen: "Nonostante i tentativi di mediazione, la base resta di estrema destra. Voglio ritornare nell'Ump"

Francia, ex militante racconta il Front National: “Svastiche e battute omofobiche”
Svastiche tatuate sulle braccia. Insulti razzisti. Battute sui “froci” a ripetizione. Sono bastati pochi mesi di attività politica con il Front national a Arnaud Cleré, agricoltore di 34 anni di un piccolo villaggio del Nord della Francia, per vederne di tutto e di più. E per capire che cosa fosse veramente il partito di Marine Le Pen.
Il sospetto è di tanti: quell’operazione di “dédiabolisation”, come chiamano a Parigi lo “sdoganamento di un gruppo politico estremista”, è solo di facciata. In realtà la base del partito resta quella di sempre, irrimediabilmente razzista e non rispettosa delle regole democratiche. A far discutere ora è la storia di Cleré che, nella primavera scorsa, era passato dal suo partito di sempre, l’Ump, quello di centro-destra, al Front national. Ma su twitter ha spiegato di aver fatto marcia indietro: “Ho chiesto di essere reintegrato nell’Ump. Ho commesso l’errore di allearmi con un partito non repubblicano, settario e dittatore che è l’Fn”.
Era il maggio 2013. A Gamaches, 2.935 abitanti, da tempo governato dalla sinistra, l’opposizione cominciava a organizzarsi in vista delle prossime elezioni comunali, che si terranno in tutta la Francia a fine marzo 2014. Siamo nella Somme, una zona che ha risentito tantissimo della crisi economica. E dove, in parallelo, i consensi per il Front sono aumentati. Alle consultazioni precedenti l’Fn era già riuscito a conquistare il 25% dei voti, contro il 15% per l’Ump, il partito di Cleré. Che, quindi, decise di rompere quello che in Francia resta ancora un tabù, sia a livello locale che nazionale, almeno per i militanti della formazione di Nicolas Sarkozy, l’Ump, che esclude qualsiasi tipo di alleanza con il partito della Le Pen. Cleré decise, invece, di proporre un’alleanza con l’estrema destra, per battere, come spiegava allora, “la squadra social-comunista al potere da 30 anni nel nostro villaggio”. Aggiungendo : “Perché dovrei respingere queste persone? Mica hanno la lebbra…”.
Puntualmente il giovane agricoltore venne espulso dall’Ump. Raggiunse allora una piccola formazione politica, Sovranità indipendenza libertà (Siel), che fa parte del Rassemblement bleu marine (Rbm), una federazione creata dalla Le Pen, per riunire il Front National con tutte le forze politiche che sostengono il suo progetto. Cleré si mise con entusiasmo, nel maggio scorso, a lavorare per la creazione di una lista comune a Gamaches con i rappresentanti di estrema destra. Come siamo arrivati al suo annuncio, postato su Twitter a sorpresa e oramai diventato un caso nazionale? Lo ha spiegato direttamente lui ai giornalisti dell’agenzia France presse. Si è detto “scioccato dalle svastiche tatuate che ho visto e dalle affermazioni razziste e omofobe che ho ascoltato”. E ha aggiunto: “Le idee xenofobe e omofobe fanno parte delle riunioni del partito, sono lì, senza dubbio. Vengono fuori anche durante le discussioni più banali”. In una riunione dei capolista dell’Fn del Nord della Francia, che si è tenuta a metà maggio a Hénin-Beaumont, una delle roccaforti del Front in quell’area, Cleré ha visto due militanti con la svastica tatuata sul braccio. E lì non ce l’ha fatta più. Con i giornalisti del sito Rue 89, Cleré è stato ancora più esplicito ricordando che a quell’incontro i militanti Fn “non facevano che parlare di froci, froci e froci”. “Sentendo parlare Marine Le Pen – ha concluso – non credevo che questo genere di persone esistesse ancora nel partito. Ma l’ho visto con i miei occhi».
A questo punto è scontato che l’agricoltore del Nord della Francia ritornerà all’Ump, dove apparentemente sono ben contenti di accoglierlo. Il segretario del partito, Jean-François Copé, ha detto che “l’episodio mostra come destra ed estrema destra non siano la stessa cosa”. Da parte del Front national, invece, si grida al complotto. “E’ terribile per quelli dell’Ump di arrivare a far scrivere parole del genere al candidato di un paesino di neanche 3mila abitanti”, ha commentato Marine Le Pen. Che, in ogni caso, continua a salire nei sondaggi. L’ultimo, reso noto lunedì 25 novembre, dell’unione degli studenti ebrei (Uejf), indica che il 42% dei francesi alle prossime comunali non esclude di votare per le liste del Front national.

PERCHE CI DEVE SEMPRE ESSERE LA PERSONA CHE SI APPROFITTA DEL LAVORO DI ALTRE VERGOGNOSA QUESTA COSA

Piu' informazioni su:avocadomessico
avocado
Oro verde, ecco come i messicani hanno soprannominato l'avocado. Questo frutto dalle numeroseproprietà benefiche nasconde un lato oscuro legato alla sua produzione. Proprio come nel caso dell'oro e dei diamanti, l'avocado nasconde dei retroscena di cui molte persone non risultano a conoscenza.
Le piante di avocado sono originarie del Messico e dell'America Centrale. Non ci sorprende, dunque, che la maggior parte della produzione di avocado per l'esportazione all'estero avvenga proprio in questi luoghi. Accanto alla bellezza dei filari di avocando, che ricordano gli uliveti del Mediterraneo, e al di là del senso di pace che può nascere dall'ammirarli, non mancano ingenti interessi economici.
Michoacan, una regione del Messico occidentale, l'avocado vale più dell'oro. La sua coltivazione genera un giro d'affari superiore a quello di numerosi altri prodotti agricoli, compresa la marijuana. E dove nasce una possibilità di guadagno, la criminalità è pronta ad agire.
Un gruppo di trafficanti di droga, noti come Caballeros Templarios, si è infiltrato nel settore della produzione dell'avocado, ed ora controlla il commercio locale, dalla coltivazione alla distribuzione. Il gruppo di trafficanti deriva da una realtà coinvolta nella droga già in precedenza, con il nome di La Familia Michoacana.
Non contenta di trafficare in cocaina, marijuana ed eroina, La Familia ha deciso di dare inizio ad un vero e proprio racket di estorsione per quanto riguarda il commercio dell'avocado. Ora gli agricoltori hanno continuamente a che fare con questo grave problema, tanto che i Templarios si sentirebbero liberi di impadronirsi della piantagioni di avocado e di raccogliere i frutti a proprio piacimento.
Con la violenza e le minacce, i Templarios hanno avuto accesso alle liste ufficiali degli agricoltori. Sarebbero dunque a conoscenza di tutti i nomi dei coltivatori di avocado messicani, del valore e della quantità della loro produzione. In questo modo, sanno esattamente quanto denaro estorcere ai coltivatori. Il racket delle estorsioni ha raggiunto un ammontare di 3 milioni di dollari all'anno.
I criminali sono coinvolti sia nel traffico di droghe, che in quello di esseri umani. Oltre l'80% della produzione di avocado originaria di Michoacan raggiunge gli Stati Uniti, i cui abitanti, a propria insaputa, sarebbero complici dei guadagni illeciti degli estorsori. L'industria messicana dell'avocado è in pericolo. Quando acquistiamo questi frutti, controlliamo sempre il Paese di provenienza, dando la preferenza agli avocado coltivati in Italia. E, se ne abbiamo la possibilità, proviamo acoltivare il nostro avocado a partire da un seme.
Marta Albè
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Gli esseri umani? Non sono originari della Terra.

 Gli esseri umani? Non sono originari della Terra. Parola di ecologista

Il Giornale OnlineSegnalato da farfalla5

Un ambientalista americano sostiene che gli esseri umani non sono originari del pianeta Terra, ma furono inseriti sul pianeta dagli extraterrestri decine di migliaia di anni fa. Il dottor Ellis Silver ha annotato una serie di caratteristiche fisiologiche per presentare la sua tesi, in un suo nuovo libro, del perché gli esseri umani non si sono evoluti assieme ad altre forme di vita sulla Terra.

Si va dagli esseri umani che soffrono di problemi alla schiena – e ciò suggerisce che ci siamo evoluti in un mondo con meno gravità – fino all’avere, molto facilmente, scottature dovute al sole e difficoltà nel partorire. Il dottor Ellis ha indicato che mentre il pianeta soddisfa, nella maggior parte, le necessità degli esseri umani, talvolta non serve agli interessi della specie, così come lo immaginarono gli extraterrestri che ci hanno portato. Nel suo libro, HUMANS ARE NOT FROM EARTH: A SCIENTIFIC EVALUATION OF THE EVIDENCE (Gli umani non sono della Terra: Una valutazione scientifica delle prove), l’ecologista scrive che la razza umana possiede dei difetti che segnala essere “non di questo mondo“.

L’umanità è, presumibilmente, la specie più altamente sviluppata sul pianeta, eppure è sorprendentemente inadeguata e mal equipaggiata per l’ambiente medio della Terra, “affetti dalla luce solare, una forte avversione per alimenti di origine naturale, ridicoli alti tassi di malattie croniche, e molto di più“. Il dottor Ellis afferma che gli esseri umani possono soffrire di problemi alla schiena, perché si sono evoluti in un mondo con una minore gravità. Ha anche detto che è strano che le teste dei bambini siano così grandi, e ciò rende difficile per le donne dargli alla luce, col rischio di provocare la morte della madre e del bambino.

Nessun’altra specie autoctona di questo pianeta ha questo problema, ha aggiunto. Egli, inoltre, ritiene che gli esseri umani non sono progettati per essere esposti al Sole come lo sono sulla Terra , e che non possono prendere il Sole per più di una settimana o due – a differenza di una lucertola – e non possono stare esposti al Sole tutti i giorni senza problemi. Inoltre, Il dottor Ellis sostiene che gli esseri umani sono sempre ammalati e questo potrebbe essere perché i nostri orologi biologici si sono evoluti per aspettarsi un giorno di 25 ore, come comprovato da ricercatori del sonno.

“Questa non è una condizione moderna, gli stessi fattori possono essere monitorati dalla storia del genere umano sulla Terra“, ha detto. Egli suggerisce che i Neanderthal e l’Homo Erectus si incrociarono con un’altra specie, forse proveniente da Alpha Centauri, che è il Sistema Stellare più vicino al nostro Sistema Solare, a circa 4,37 anni luce di distanza dal Sole. Il dottor Ellis ha aggiunto che molte persone sentono di non appartenersi e si sentono come a casa sulla Terra.“Questo suggerisce (almeno per me) che l’Umanità possa essersi evoluta su un altro pianeta, e potrebbe essere stata portata qui come una specie altamente sviluppata“.

“Una delle ragioni per questo (…) è che la Terra potrebbe essere un pianeta prigione, dal momento che sembra di essere una specie naturalmente violenta e che staremo qui fino a quando impareremo a comportarci correttamente“, ha detto. “La mia tesi propone che l’Umanità non si è evoluta da quel particolare ceppo di vita, ma si è evoluta altrove e trasportata sulla Terra (completamente evoluta come Homo Sapiens) tra i 60.000 e i 200.000 anni fa“, ha spiegato. Mentre altri scienziati hanno dichiarato che alcuni batteri sono arrivati sulla Terra dallo Spazio, Chris McKay, un astrobiologo della NASA, ha affermato che se si balzasse alla conclusione che sia vita extraterrestre sarà come fare “un grande salto”.

Il professore Wainwright, dell’Università di Sheffield ha in programma di approfondire la questione, e crede che la vita non abbia avuto origini sulla Terra e che arrivi costantemente dallo Spazio.

Traduzione e adattamento a cura di Antonio De Comite tramite Google Translations.

Fonte: 

Un lampo di raggi gamma da record assoluto

Un lampo di raggi gamma da record assoluto

Posted by Tanja
 
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Lo scorso otto novembre è stato registrato un Gamma Ray Burst di elevatissima potenza e con un redshift di 2.4, equivalente a 10 miliardi di anni luce e con un’energia sprigionata mille volte superiore a quella prodotta dal Sole in tutta la sua vita. A registrare l’evento i satelliti AGILE e Fermi
grp 8 novembreGRB (Gamma-Rays Burst) sono flash di raggi gamma di altissima intensità ma della durata di pochi secondi. Si ritiene che siano legati alla fine di stelle di grande massa, anche se i meccanismi che producono questi fenomeni sono ancora in parte avvolti nel mistero. La notte dello scorso 8 novembre, gli strumenti a bordo dei satellitiFermi ed AGILE hanno rivelato il GRB 131108A che, per qualche decina di secondi, ha mostrato una intensità eccezionalmente alta anche per eventi di questo genere.
Questo evento è stato riconosciuto e localizzato dal software di bordo dello strumento Fermi/LAT (GCN 15464, Racusin et al. e GCN 15472, Vianello et al.) senza alcun intervento umano (circostanza avvenuta solo in un’altra occasione fin’ora), a testimonianza di quanto raro e interessante sia stato. Grazie alla rapida localizzazione fornita da LAT, il satellite Swift ha potuto ripuntare la posizione del GRB e avviare la ricerca di un eventuale afterglow solo 90 minuti dopo il trigger (il tempo tipico per questa operazione è solitamente 8 -10 ore). È stato così possibile raffinare la localizzazione al livello dei sub-minuti d’arco, rendendo possibile puntare ed effettuare osservazioni con i grandi telescopi ottici terrestri. Questo ha portato alla misura del redshift di questo GRB,che si è rivelato essere di ben 2.4 .
Anche AGILE ha osservato il GRB 131108A (GCN 15479, Giuliani et al.) che è “transitato” nel campo di vista dello strumento GRID durante I primi 150 secondi dopo l’evento, durante i quali ha mostrato un’emissione molto più prolungata rispetto a quanto osservato in banda hard X. Questo GRB ha mostrato un spettro decisamente “soft”, il che ha permesso ad AGILE, che è ottimizzato per lavorare ad energie piu’ basse rispetto a Fermi, di rivelare un notevole numero di fotoni in una banda (quella tra i 10 e i 100 MeV) in cui è tradizionalmente difficile fare astronomia e che è ancora largamente inesplorata.
A rendere ancora più interessante l’evento del 8 novembre è la notevole distanza da cui provengono i fotoni gamma del GRB. Il redshift di 2.4 associato a questo evento corrisponde infatti a circa 10 miliardi di anni luce, il GRB è quindi scoppiato quando l’universo aveva solo pochi miliardi di anni. La luminosità e la distanza di questo evento implicano che l’energia sprigionata in pochi secondi dal GRB 131108A è 1000 volte maggiore di quella prodotta dal Sole durante la sua intera vita.
Nelle successive ore e giorni è stato osservato da divesti osservatori l’afterglow nell’ottico, nel radio e nei raggi X, fornendo un formidabile set di dati per lo studio multi-lunghezza d’onda del GRB.


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L'italia che non c'è


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  • SAPELLI: LA TECNOCRAZIA EUROPEA VUOLE "SVENDERCI"

    «Le privatizzazioni del governo Letta sono una mossa che può condurre a pesanti errori. Le quote di Eni non vanno vendute, ma vanno aumentate le dimensioni dell’impresa attraverso il ricorso a dei fondi d’investimento stranieri». Lo afferma Giulio Sapelli (nella foto), professore di Storia economica all’Università degli studi di Milano, aggiungendo che «pensare di ridurre un debito pubblico da 2mila miliardi con alienazioni da 12 miliardi è soltanto una presa in giro». Tra le società coinvolte dalle cessioni pubbliche non c’è solo Eni, ma anche Sace, Grandi Stazioni, Enav, Stm, Fincantieri, Cdp Reti e il gasdotto Tag.

    Professor Sapelli, perché la mossa del governo Letta non la convince?

    La privatizzazione di Eni è stata concepita fin dall’inizio in modo sbagliato. Eni non ha bisogno di essere privatizzata in modo classico, ma di avere un aumento del suo capitale attraverso gli investimenti dei soci stranieri. La società deve accrescere le sue dimensioni per affrontare le nuove sfide che si aprono a livello globale nel campo della ricerca “oil & gas”.

    Che cosa dovrebbe fare il governo?

    Il governo dovrebbe favorire l’investimento di grandi gruppi, merger o fondi d’investimento, per aumentare il volume di Eni e farla diventare più grande. Il problema non è cambiare la forma di proprietà privatizzando, ma aumentarne le dimensioni. Eni ha un ruolo fondamentale perché rifornisce di petrolio e di gas l’intera nazione e varrebbe quindi la pena attuare un aumento della partecipazione statale, anche se purtroppo non è possibile.

    Gas ed elettricità sono strategici per il Paese?

    Sì, e le liberalizzazioni dell’energia negli ultimi dieci anni hanno prodotto effetti disastrosi. Il prezzo del gas è aumentato, abbiamo un’over-supply, abbiamo avuto consolidamenti di piccole imprese che sono diventate grandi e sono ancora più dominate dalla politica di quanto non fosse un tempo.

    Lei privatizzarebbe anche Ferrovie dello Stato, Poste Italiane e Anas?

    Privatizzare la rete ferroviaria è impossibile, si potrebbero piuttosto vendere le Grandi stazioni. Per quanto riguarda Poste Italiane, avrebbe senso privatizzarle a condizione di trasformarle in un grande gruppo di logistica. In questo momento però manca un disegno industriale, e lo documenta il fatto che sono un’entità ibrida a metà tra le poste e una banca.

    E quindi?

    Parlare di privatizzazioni in questo momento è soltanto una concessione al pensiero dominante che ha distrutto la crescita del nostro Paese. Gli effetti delle privatizzazioni negli anni ‘90 sono stati la spartizione di un bottino e l’indebolimento del nostro settore industriale.

    Le privatizzazioni attuate dal governo Letta sono sufficienti per ridurre il debito pubblico?

    Cercare di fare passare un’idea di questo tipo è soltanto una presa in giro. L’Italia ha un debito pubblico da 2mila miliardi, e 12 miliardi non sono certo sufficienti a cambiare le cose. I dividendi di queste imprese partecipate dallo Stato sono molto più utili a ridurre gli squilibri di bilancio. Mi domando come si possa credere a una manovra illusionistica come quella che sta facendo il governo.

    Per quale motivo il suo giudizio è così duro?

    Enrico Letta ha delle pesanti responsabilità storiche, perché è stato lui insieme a Pier Luigi Bersani ad attuare la liberalizzazione dell’energia elettrica e del gas, in modo errato anche dal punto di vista tecnico. Il premier ora si trova costretto a privatizzare perché da un lato è messo sotto pressione da parte di Saccomanni, che non risponde agli interessi dell’Italia ma a quelli della tecnocrazia europea. Letta non ha la forza, né il coraggio di battersi per cambiare la linea europea in politica economica, che sta producendo effetti suicidi. Non a caso Francia e Germania, che si rifiutano di applicare i diktat europei, stanno subendo una decrescita meno pesante rispetto al nostro Paese.

    Pietro Vernizzi
    Fonte: www.ilsussidiario.net
    Link: http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2013/11/23/PRIVATIZZAZIONI-Sapelli-la-tecnocrazia-europea-vuole-svenderci-/2/446270/

QUESTO NON SARA MAI IL MIO PRESIDENTE

Napolitano ricatta

Il presidente Napolitano passa alle minacce. Chi scenderà in piazza mercoledì e magari nei giorni successivi che cosa rischia? La galera, il fermo di polizia, la schedatura come sovversivo?

Il presidente Napolitano passa alle minacce. Della grazia a Berlusconi - dice - non se ne parla neppure.
E fin qui, nulla di nuovo. Il salto di qualità arriva subito dopo. Se qualcuno vorrà manifestare contro la decadenza di Berlusconi - aggiunge l'inquilino del Quirinale - stia ben attento ai modi e alle parole. Siamo all'avvertimento, all'intimidazione. Perché, presidente, a che cosa dovremo stare attenti? Chi scenderà in piazza mercoledì e magari nei giorni successivi che cosa rischia? La galera, il fermo di polizia, la schedatura come sovversivo? Ecco, allora si accomodi fin da subito perché le dico già ora che lei è il capo di una cospirazione che sta cercando di sovvertire la volontà popolare. Lei è un vecchio inacidito e in malafede indegno di occupare la più alta carica dello Stato. Lei vuole zittire milioni di italiani come ha zittito la Procura di Palermo che aveva trovato le prove delle sue malefatte. Lei ha il pallino di zittire i cittadini che manifestano per la libertà (le ricordo che ha sulla coscienza migliaia di ungheresi trucidati dai russi con il suo consenso morale e politico). Lei per scalzare Berlusconi ha comperato prima Mario Monti con la carica di senatore a vita, facendolo pagare a noi fin che campa. Fallita la missione ci ha riprovato comperando un pezzo della dirigenza Pdl, quello più debole, compromesso e ricattabile. Ha taciuto sulle nefandezze della magistratura, ha venduto il Paese a Stati esteri, Germania in primis. Noi non ci faremo intimidire dalle sue minacce. Lei è un golpista, perché usa il suo potere al servizio della vecchia causa comunista oggi rivista e corretta in salsa lettiana. Noi scenderemo in piazza, contro la magistratura, contro la sinistra e contro di lei che rappresenta il peggio di questo Paese. Che le piaccia o no dovrà ascoltare. Come ai tempi dell'ascesa di Grillo, dirà che non ha sentito. E allora urleremo più forte. Perché noi, a differenza sua e dei suoi tristi cortigiani, siamo uomini liberi.
IL PENSIERO DI SALLUSTI DECISAMENTE UN GRAN CORAGGIO
"Il presidente Napolitano passa alle minacce. Della grazia a Berlusconi - dice - non se ne parla neppure.
E fin qui, nulla di nuovo. Il salto di qualità arriva subito dopo. Se qualcuno vorrà manifestare contro la decadenza di Berlusconi - aggiunge l'inquilino del Quirinale - stia ben attento ai modi e alle parole. Siamo all'avvertimento, all'intimidazione. Perché, presidente, a che cosa dovremo stare attenti? Chi scenderà in piazza mercoledì e magari nei giorni successivi che cosa rischia? La galera, il fermo di polizia, la schedatura come sovversivo? Ecco, allora si accomodi fin da subito perché le dico già ora che lei è il capo di una cospirazione che sta cercando di sovvertire la volontà popolare. Lei è un vecchio inacidito e in malafede indegno di occupare la più alta carica dello Stato. Lei vuole zittire milioni di italiani come ha zittito la Procura di Palermo che aveva trovato le prove delle sue malefatte. Lei ha il pallino di zittire i cittadini che manifestano per la libertà (le ricordo che ha sulla coscienza migliaia di ungheresi trucidati dai russi con il suo consenso morale e politico). Lei per scalzare Berlusconi ha comperato prima Mario Monti con la carica di senatore a vita, facendolo pagare a noi fin che campa. Fallita la missione ci ha riprovato comperando un pezzo della dirigenza Pdl, quello più debole, compromesso e ricattabile. Ha taciuto sulle nefandezze della magistratura, ha venduto il Paese a Stati esteri, Germania in primis. Noi non ci faremo intimidire dalle sue minacce. Lei è un golpista, perché usa il suo potere al servizio della vecchia causa comunista oggi rivista e corretta in salsa lettiana. Noi scenderemo in piazza, contro la magistratura, contro la sinistra e contro di lei che rappresenta il peggio di questo Paese. Che le piaccia o no dovrà ascoltare. Come ai tempi dell'ascesa di Grillo, dirà che non ha sentito. E allora urleremo più forte. Perché noi, a differenza sua e dei suoi tristi cortigiani, siamo uomini liberi."http://www.ilgiornale.it/news/interni/970513.html