martedì 3 dicembre 2013

LAVORO

Uomini a casa, donne al lavoro: un'economia di guerra

Famiglie in ginocchio, padri depressi, dove con difficoltà si mettono insieme il pranzo con la cena. L'Italia di oggi, ferita e offesa. [Fabio Luppino]

FABIO LUPPINO
martedì 3 dicembre 2013 21:50


di Fabio Luppino
Se ne parla poco, ma sta prendendo piede nel nostro Paese un'economia di guerra. Le donne lavorano, dipendenti, al nero, a contratto, a cottimo. I mariti, come pezzo di un domino, uno a uno perdono il lavoro e vanno in depressione. Perdono il lavoro e vengono messi in cassaintegrazione, ma perdono il rispetto di se stessi perché il benedetto assegno della cassaintegrazione non arriva mai. I politici questo lo sanno? No, non lo sanno e segnaliamo il fenomeno ai candidati segretari del Pd che, forse, un minimo di sensibilità sociale l'hanno ancora conservata. La destra no, la destra è la causa di questa situazione, sul piano economico e culturale.
E' un passaparola ormai. Nella scuola un insegnante donna su due racconta della disgrazia lavorativa del marito. Chi perde tutto, chi per non perdere tutto deve andare lontano da tutto, chi a cinquant'anni diventa precario, chi va in cassaintegrazione. I figli raccontano quel che possono e non possono fare: a casa non abbiamo i soldi papà non lavora, i miei genitori sono separati, mia madre è andata via. Uno spettro familiare ricorrente. Così succede in altri luoghi di lavoro, La moglie infermiera e il marito disoccupato; la moglie a pulire le scale e il marito a fare l'elettricista a ore. Chi si occupa della disoccupazione a cinquant'anni e passa? Ma li conoscete i corsi regionali di riqualificazione professionale? Soldi buttati alle ortiche. Ci sono delle professionalità che stanno appassendo. Qualcuno un giorno la scriverà la storia di questa crisi. Famiglie in ginocchio e molte, moltissime imprese fallite o presunte tali dopo ave giocato con i denari pubblici. Padroni fuggiti, delocalizzazioni selvagge. A vantaggio di chi? Quando la delocalizzazione arriva a casa nostra ha il volto delle fabbriche di Prato. Chi ci guadagna?
Il Paese sta accumulando un malessere sociale senza precedenti. E senza prospettiva. Perché chi ha prodotto questa crisi, il mondo finanziario, non è stato mai fermato. E a prodotti fasulli ha aggiunto altri prodotti fasulli. La politica non ci arriva o è complice.
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