Non è più religione di stato la chiesa cattolica ma è ufficialmente dal 18 febbraio 1984, una privata società per azioni

Bernardino Nogara.
Bernardino Nogara in immagine.
Articolo prodotto il 15 febbraio 2012. Di Lorella Binaghi


Articolo prodotto il 15 febbraio 2012. Di Lorella Binaghi
Non è più religione di stato la chiesa cattolica ma è ufficialmente dal 18 febbraio 1984, una privata società per azioni
L’adesso privata “Società ecclesiastica” (1) (ex Chiesa Cattolica), per poter speculare anche in borsa e distribuire titoli falsi, ricattava già i capi di stato in Europa prima e durante la seconda guerra mondiale. Pur di tenersi lontani ficcanaso del Vaticano, i capi di stato accettarono il ricatto.




Leggere documentazione su “Prestito della Vittoria” (1947).
L’industria della guerra (Vatican Incorporated), persiste nel far sacrificare dai propri manovali, bilioni d’uomini, donne e bambini per rubare l’oro e le risorse della terra ai cittadini totali. E non solo questo.
Folle di “peccatori” e quindi portatori a sensi di colpa, rendono sempre alla stessa privata “Società ecclesiastica”, oceani di denaro vivo rubato a quelli/e che lo hanno realmente guadagnato con ingegno, talenti e sforzi, gli uomini e donne di “buona volontà”, tenuti più che nell’ingenuità, in uno stato ipnotico indotto da scienziati al servizio della “Società ecclesiastica”, tramite tecniche assai subdole per il controllo mentale delle masse
LA BATTAGLIA PER LA TUA MENTE.Tecniche di persuasione e lavaggio cerebrale sono usate sul pubblico di Dick Sutphen, 1984
La società privata vaticana, invia distruttori e distruttrici di patrimonio ambientale naturale, storico e culturale mentre procede nel perpetrare genocidi attribuibili ad un artefice di comodo estratto fra personaggi storici, attraverso propaganda diffusa per libri di scuola, stampa, radio, televisione e pubblicità fra le masse rese in tale modo quasi delle tutte inceppate.
Arrestati membri d’organizzazione cristiana per traffico di bambini ad Haiti
La stessa società ecclesiastica per mezzo dei suoi agenti militari gesuiti (Compagnia di Gesù) sparsi come “missionari”, creò e finanziò movimenti filo marxisti in America Latina (ad esempio i Contras nicaraguensi), nonostante vi sia ancora qualcuno che spera di rifugiarsi in cerca di protezione e vantaggi presso logge sindacali e “progressiste” di sinistra, credendole in antitesi a politiche ingegneristiche sociali della società ecclesiastica, confondendosi ancor di più e finendo inevitabilmente “dalla stessa padella alla brace”.
I grandi movimenti di massa sono sempre stati organizzati e gestiti dai gesuiti al servizio del loro imperatore, il papa!
In ogni caso, non solo la famosa “crisi” economica mondiale del 1929 fu pianificata per realizzare proficui interessi pecuniari con la vendita d’armi e truffa azionaria, anche la recente presunta “crisi economica” è un’illegale evasione organizzata dalla stessa azienda pseudo clericale, a spese d’ogni cittadino/a, risorse e l’ambiente naturale, per vantaggi materiali esclusivi destinabili ai soliti “quattro gatti” e pochi loro amici.
15 luglio 2009 Prestito della Speranza CEI Intesa San Paolo

ManifestoPrestitodellaSperanza
Manifesto Prestito della Speranza
15 luglio 2009 - Roma, l’accordo Cei-Intesa San Paolo per il prestito della speranza




Concordato fra stato e chiesa, firmato da Bettino Craxi. Il nuovo concordato con la Santa Sede, conosciuto anche come Accordi di Villa Madama perché firmato nel 1984 a Villa Madama con il cardinale Agostino Casaroli Segretario di Stato vaticano; la nata società ecclesiale, abbandonava anche la nozione di religione di Stato, e la congrua (stipendio ai preti erogato dallo Stato con i contribuenti pubblici), in cambio dei fiumi di denaro esborsato ai cittadini/e complessivi, tramite istituzione del contribuito dell'8 per mille per i finanziamenti alla società ecclesiale (ex Chiesa cattolica) e alle altre sette religiose inventate dagli stessi truffatori, i gesuiti. L'insegnamento dell'ideologia cattolica aziendale nelle scuole fu abolita. 
http://espresso.repubblica.it/
Concordato fra stato e chiesa, firmato da Bettino Craxi. Il nuovo concordato con la Santa Sede, conosciuto anche come Accordi di Villa Madama perché firmato nel 1984 a Villa Madama con il cardinale Agostino Casaroli Segretario di Stato vaticano; la nata società ecclesiale, abbandonava anche la nozione di “religione di Stato”, e la congrua(stipendio ai preti erogato dallo Stato con i contribuenti pubblici), in cambio dei fiumi di denaro esborsato ai cittadini/e complessivi, tramite istituzione del contribuito dell’8 per mille per i finanziamenti alla “Società ecclesiale” (ex Chiesa cattolica) e alle altre sette religiose inventate dagli stessi truffatori, i gesuiti. L’insegnamento dell’ideologia cattolica aziendale nelle scuole fu abolita.
Più sotto sono riportati documenti assai affidabili estratti da un’inchiesta di David Yallop, autorevole saggista britannico.
Come Roma, la ricchezza del Vaticano non è stata costruita in un solo giorno. Il problema di una Chiesa ricca – e tutti quelli che aspirano agli insegnamenti di Gesù Cristo devono considerare la ricchezza come un problema – ha le sue origini nel lontano IV secolo. Quando l’Imperatore romano Costantino si convertì al cristianesimo e donò un’enorme ricchezza a Papa Silvestro I, creò il primo Papa ricco. Dante nel canto XIX dell’Inferno dice:

Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre, non la tua conversion, ma quella dote che da te prese il primo patre!


L’attuale ricchezza del Vaticano deriva dalla generosità di Benito Mussolini. I Patti Lateranensi, che il suo governo stipulò con il Vaticano nel 1929, conferirono alla Chiesa Cattolica Romana una serie di garanzie e di misure di protezione. La Santa Sede ottenne il riconoscimento di Stato sovrano. Fu esonerata dal pagare tasse sia per le sue proprietà che per i cittadini e fu esentata anche dal pagare dazi sulle merci importate; ottenne l’immunità diplomatica e tutti i privilegi annessi, per i suoi diplomatici e per quelli che vi erano accreditati dalle potenze straniere. Mussolini garantì l’introduzione dell’insegnamento religioso in tutte le scuole statali ed affidò l’intera istituzione del matrimonio al diritto canonico che escludeva il divorzio. I vantaggi per il Vaticano furono molteplici, compresi quelli fiscali.
Articolo uno. L’Italia s’impegnava a pagare alla Santa Sede, alla ratifica del trattato, la somma di settecentocinquanta milioni di lire e, allo stesso tempo, a consegnare azioni di Stato consolidate al 5% al portatore per un valore nominale di un miliardo di lire.
Al corso del cambio del 1929 questo pacchetto rappresentava ottantuno milioni di dollari. Nel 1984 la cifra equivalente è di circa, cinquecento milioni di dollari. La Vatican Incorporated era in affari ed allora non ha mai cessato di progredire.
Per amministrare una tale inaspettata fortuna, il 7 giugno 1929, Papa Pio XI creò l’Amministrazione Speciale e nominò direttore il laico Bernardino Nogara. Oltre ad avere milioni di dollari con cui operare, Nogara aveva un altro importante vantaggio. Un centinaio d’anni prima la Chiesa Cattolica Romana aveva completamente rovesciato la sua posizione riguardo il prestito di denaro. La Chiesa può giustamente pretendere d’aver cambiato il significato della parola usura.
Nel senso tradizionale, usura significa tutti i guadagni che derivano dal prestare denaro. Per più di milleottocento anni anni la Chiesa Cattolica Romana aveva dichiarato dogmaticamente che il far pagare un qualsiasi interesse su un prestito era assolutamente vietato perché era contrario alla legge divina. La proibizione fu ripetuta in vari Concili: Arles (314), Nicea (325), Cartagine (345), Aix (789), Laterano (1139) – in questo Concilio gli usurai furono condannati alla scomunica -, mentre varie leggi statali resero legale questa attività. Fino al 1830, comunque, era ancora considerata un’eresia. Ora però per concessione della Chiesa Cattolica Romana, usura significa prestare denaro ad esorbitanti tassi d’interesse.
Il tornaconto personale produsse un totale rovesciamento degli insegnamenti della Chiesa sul prestito di denaro. …
… Quando Papa Pio XI era alla ricerca di un uomo capace d’amministrare i frutti dei Patti Lateranensi, il suo intimo amico confidente, monsignor Nogara, gli suggerì suo fratello Bernardino. Con questa scelta Pio XI scoprì l’oro puro.
Nogara si mostrò riluttante nell’accettare questo lavoro e lo fece solo quando Pio XI acconsentì ad alcune particolari condizioni. Nogara non desiderava essere ostacolato in alcun modo dalla Chiesa nei suoi metodi per far denaro. Tra le regole su cui insisteva c’erano anche queste:
1 – Qualsiasi investimento che desidero fare deve essere completamente libero da qualsiasi considerazione religiosa o dottrinale.
2 – Devo essere libero d’investire i fondi del Vaticano in ogni parte del mondo.
Il Papa fu d’accordo, aprì le porte alle speculazioni monetarie ed alle operazioni di mercato nella Borsa Valori, incluso l’acquisto d’azioni in società i cui prodotti erano incompatibili con l’insegnamento cattolico. Prodotti come bombe, carri armati, pistole e contraccettivi potevano essere condannati dal pulpito ma le azioni che Nogara comprò per il Vaticano nelle società che li producevano, aiutarono a riempire le casse forti di San Pietro.
Nogara agì sul mercato dell’oro ed in quello delle vendite. Comprò l’Italgas l’unico fornitore di gas di molte città italiane, inserendo nel Consiglio d’amministrazione Francesco Pacelli come rappresentante del Vaticano. Il fratello di Pacelli divenne, in quel periodo il nuovo Papa (Pio XII) e tutta l’Italia devenne testimone di un singolare caso di nepotismo. La regola divenne, “se c’è un Pacelli nel Consiglio d’Amministrazione, ci sono sei probabilità a quattro che la società appartiene al Vaticano”.
Tra le banche soggette all’influenza e al controllo del Vticano, attraverso gli acquisti di Nogara, ci furono il Banco di Roma, il Banco di Santo Spirito e la Cassa di Risparmio di Roma. Chiaramente Nogara non solo sapeva maneggiare denaro ma era anche dotato di una certa arte di persuasione. Quando il Banco di Roma in difficoltà minacciò di prelevare una grossa somma di denaro vaticano, Nogara convinse Mussolini a rilevare il maggior numero di titoli senza valore e trasferirli nella società finanziaria dello Stato, l’I.R.I. Mussolini accettò pure che il Vaticano fosse rimborsato non al valore corrente dei titoli, che era praticamente zero, ma al loro originale prezzo d’acquisto. L’I.R.I. pagò al Banco di Roma più di seicentotrenta milioni di dollari. La perdita fu cancellata dal tesoro italiano, il che è un altro modo di far pagare alla gente comune, proprio come facevano gli ecclesiastici fin dal Medioevo.
Molte delle speculazioni a cui Nogara si abbandonava per interesse del Vaticano, certamente contravvenivano al diritto canonico e probabilmente alla legge civile, ma poiché il suo cliente era il Papa, il quale non faceva nessuna domanda, Nogara non si preoccupava di simili sottigliezze.
Usando il capitale del Vaticano, Nogara acquistò importanti azioni in numerose società. Dopo aver acquistato una società, raramente entrava a far parte del Consiglio d’Amministrazione; preferiva infatti dare l’incarico ad uno dei suoi uomini di fiducia dell’élite vaticana che s’occuvava degli interessi della Chiesa.
I tre nipoti di Pio XII, i principi Carlo, Marcantonio e Giulio Pacelli, facevano appunto parte di questa élite i cui nomi cominciavano ad apparire tra quelli degli amministratori di una lista di società che aumentava ogni giorno di più. Questi erano gli “uomini di fiducia” della Chiesa.
Industrie tessili. Comunicazioni telefoniche. Ferrovie. Cemento. Elettricità. Acqua. Bernardino Nogara era dappertutto. Quando nel 1935 Mussolini ebbe bisogno di armi per la sua invasione in Etiopia, una considerevole quantità gli fu fornita da una fabbrica di munizioni che Nogara aveva acquistato per il Vaticano.
Rendendosi conto prima di molti altri, dell’inevitabilità della seconda guerra mondiale, Nogara cambiò in oro parte del patrimonio allora a sua disposizione. Comprò oro per ventisei milioni ed ottocentomila dollari a trentacinque dollari sul mercato libero. Il profitto della vendita fu superiore ai ventisei milioni ed ottocentomila dollari che aveva pagato per l’intera quantità iniziale. Le sue speculazioni in oro continuarono per tutto il periodo in cui controllò la “Vatican Incorporated” l’equivalente di quindici milioni e novecentomila dollari comprati tra il 1945 ed il 1953; l’equivalente di due milioni di dollari venduti tra il 1950 e il 1952. Le mie ricerche indicano che l’equivalente di diciassette milioni e trecentomila dollari di quell’acquisto originale è ancora tenuto in deposito, per conto del Vaticano, a Fort Knox. Al prezzo di mercato attuale quei diciassette milioni e trecentomila dollari, originariamente comprati a trentacinque dollari l’oncia, valgono ora (NdE: 1984), qualcosa come ducentrotrenta milioni di dollari.
Nel 1933, la “Vatican Incorporated” mostrò ancora una volta la sua abilità nel trattare vantaggiosamente con i governi fascisti. Al Concordato del 1929 con Mussolini, seguì un Concordato tra la Santa Sede ed il Reich di Hitler. L’avvocato Francesco Pacelli era stato uno dei personaggi principali nell’accordo con Mussolini; suo fratello il cardinale Eugenio Pacelli, che sarebbe poi diventato Pio XII, ebbe un ruolo preminente come Segretario di Stato del Vaticano nel concludere il trattato con la Germania nazista.
Hitler vide molti potenziali vantaggi nel trattato, non ultimo il fatto che Pacelli, un uomo che mostrava atteggiamento favorevole al nazismo, potesse risultare un ottimo alleato nella ormai prossima guerra mondiale. …
Il suo era un papato che simulava la neutralità , che parlava all’episcopato tedesco di una “guerra giusta” e che faceva essattamente lo stesso con i vescovi francesi. Ciò fece sì che i vescovi francesi sostenessero la Francia e quelli tedeschi la Germania. …
Per il Vaticano, uno dei maggiori vantaggi che derivarono dal proficuo trattato con Hitler fu la conferma della “Kirchensteuer”, la tassa ecclesiastica, un’imposta che viene ancora trattenuta alla fonte a tutti i salariati tedeschi. Si può anche optare per la rinuncia alla propria religione, ma in pratica pochi scelgono di farlo. Questa tassa rappresenta circa l’8-10% delle imposte sul reddito riscosse dal governo tedesco; il denaro viene poi consegnato alla Chiesa Cattolica e Protestante. Considerevoli somme derivanti dalla Kirchensteuer cominciarono a fluire al Vaticano negli anni immediatamente precedenti la seconda guerra mondiale. Il flusso continuò per tutto il periodo della guerra: cento milioni di dollari nel 1943, per esempio. Nel vaticano, Nogara utilizzava gli introiti tedeschi insieme all’altro denaro che arrivava in abbondanza.
Il 27 giugno 1942, Pio XII decise d’inserire un’altra parte del vaticano nel mondo moderno e nelle mani di Bernardino Nogara. Cambiò il nome dell’Amministrazione delle Opere Religiose. Il cambiamento non apparve sulle prime pagine dei giornali mondiali, i quali erano piuttosto preoccupati dagli sviluppi della seconda guerra mondiale. Era nato lo IOR, o Banca Vaticana così com’è conosciuta da tutti. La “Vatican Incorporated” aveva generato un figlio bastardo. La funzione originaria dell’Amministazione, fondata nel 1887 da Papa Leone XIII, era stata quella d’accumulare ed amministrare i fondi per le opere religiose; non era una banca in nessun senso. Durante il papato di Pio, la sua funzione divenne quella di “custodire ed amministrare il denaro (contante o in azioni) e le proprietà cedute ed affidate all’Istituto stesso da persone fisiche o giuridiche per fini d’opere religiose e opere di pietà cristiana”. Divenne ed è ancora una banca in tutti i sensi.
Nogara studiò le condizioni dei Patti Lateranensi con molta attenzione, specialmente gli articoli 29, 30, 31 del Concordato. Questi riguardavano l’esenzione dalle tasse e la formazione di nuove “società ecclesiastiche” esenti da tasse su cui lo Stato italiano non avrebbe dovuto aver nessun controllo. Nacquero, così, interessanti questioni sul significato del termine “società ecclesiastiche”. Senza dubbio, distratto dagli altri avvenimenti del tempo, Mussolini assunse un atteggiamento liberale. Il 31 dicembre 1942, il ministro delle finanze del governo italiano, emise una circolare in cui s’affermava che la Santa Sede era esonerata dal pagare le imposte sui dividendi azionari. Sotto c’era la firma dell’allora direttore generale del ministero, che si chiamava appropriatamente Buoncristiano. La circolare specificava le varie organizzazioni della Santa Sede esentate dalle tasse. La lista era lunga ed includeva l’Amministrazione Speciale e la Banca Vaticana.
Patti lateranensi, firmati dal cardinale segretario di Stato Pietro Gasparri e il presidente del Consiglio Benito Mussolini, 11 febbraio 1929. 
http://www.corriereitaliano.com/article-i307527-La-storia-di-unintesa.html
Patti lateranensi. “Ottanta anni fa, esattamente l’11 febbraio 1929, il cardinale segretario di Stato Pietro Gasparri e il presidente del Consiglio Benito Mussolini firmano i Patti lateranensi nel palazzo di San Giovanni in Laterano. Una firma che pose fine a una lunga serie di tensioni, che chiuse il contenzioso lasciato aperto dal Risorgimento”.
L’uomo che Nogara scelse per controllare la Banca Vaticana fu padre Alberto di Jorio, in seguito ordinato cardinale. Già assistente di Nogara all’Amministrazione Speciale, padre Alberto cominciò a svolgere entrambe le funzioni conservando quella posizione ed assumendo il ruolo di primo segretario, poi presidente della Banca Vaticana. A parte gli interessi di controllo in molte banche fuori dalle mura vaticane che Nogara aveva acquisito, egli ora aveva due banche locali da dirigere.
Nogara, dedicando tutto sé stesso al fine d’aumentare i fondi del Vaticano, conseguì un successo dietro l’altro. I tentacoli della “Vatican Incorporated” si stesero su tutto il mondo. Furono creati stretti legami con una serie di banche. Fin dai primi anni del XIX secolo i Rothshild di Parigi e di Londra trattavano affari con il Vaticano. Con Nogara alla guida del Vaticano gli affari aumentarono vertiginosamente: Crédit Suisse, Hambros, Morgan Guarantee, The Bankers Trust Company di New York – utile quando Nogara voleva comprare e vendere titoli a Wall Street – la Chase Manhattan, la Continental Bank dell’Illinois; tutte queste ed altre ancora divennero socie del Vaticano. …
… “Dopo Gesù Cristo, la cosa più grande che è capitata alla Chiesa Cattolica è Beniamino Nogara” (Cardinale Spellman di New York).
Estratto in: “In Nome di Dio. La morte di Papa Luciani, pagine 96-103. Di David Yallop. Tullio Pironti Editore, 1985.
Sito personale http://www.yallop.co.uk/
Approfondimenti
Lo IOR fu, tra il 1946 e il 1971, il maggior azionista del Banco Ambrosiano
http://it.wikipedia.org/wiki/Bernardino_Nogara
Ma il legame tra Vaticano e potere fascista non si limita certamente alla benedizione delle sue armate bensì si attua soprattutto nella funzione di controllo e di spionaggio che i preti attuano nei confronti del popolo, soprattutto grazie al meccanismo della confessione….http://robertodiiorio.blogspot.com/2009_10_10_archive.html
Il regime e la Chiesa cattolica.
http://www.fotolog.com/emmapregio
Concordato a favore della “Vatican Incorporated”, l’illegittimo scippo d’acquedotti, tubazioni, sorgenti, pozzi ed appannaggio a risorse idriche agli italiani e ai cittadini totali, con l’aiuto appassionato del gesuita confessore Alex Zanotelli e del “triste comico” Beppe Grillo, tramite la società privata “acquabenecomune.org/Forum italiano dei moviventi per l’acqua” per ricattare i popoli totali. Il “Bacia anello”, s’è meritato la spilletta da frammassone, un posto fra i festini dello S.M.O.M, è può gozzovigliare ovunque voglia per il gran servigio reso al suo guru.
Illegittimi mezzi tecnologici avanzati per spionaggio sulla popolazione hanno sostituito la pratica cattolica della confessione. Quello che hanno complottato quei due bravi ragazzi (vedere foto sovrastante), nell’ultimo contratto fra stato e chiesa riguarda lo stesso, l’eliminazione d’integrità alla libertà degli italiani e dei cittadini totali e, la confisca del denaro vivo ai popoli mascherata in opere “umanitarie”.
Nonostante la stampa domata dell’oratorio locale e nazionale insista nel voler far credere ad una crisi economica generalizzata, gli italiani/e non vi credono ma, essi conoscono chi ha rubato i loro soldi veri e se li faranno restituire in contanti dai ladri.
La stampa italiana al servizio della Vatican Incorporated non capisce la lingua inglese, eppure tutti gli amici di Ratzinger finiranno agli arresti anche perché hanno sostituito barre d’oro vero in tungsteno indorato, notizia riportata ovunque, tranne in Italia.
(…).
Lorella Binaghi
NOTE
1)
Copertina del libro di David Yallop, In Nome di Dio - La morte di Papa Luciani, Tullio Pironti Editore, 2001. 
http://www.tecalibri.info/Y/YALLOP-D_nome.htm
Copertina del libro di David Yallop, “In Nome di Dio – La morte di Papa Luciani”, Tullio Pironti Editore, 2001.

Appunti di storia (aggiornamento del 13 febbraio 2013, 17 febbraio 2013).
Prima la confisca del Vaticano e del suo re massone si chiamò “Prestito (obbligato) della vittoria“, mentre adesso la confisca delle risorse e patrimonio valutario agli italiani si chiama “Prestito della speranza”: “Prestito della Speranza” alla CEI/Banca Intesa Sanpaolo, 15 luglio 2009

Prestito della Vittoria MPS  050
PROPAGANDA PER IL PRESTITO DELLA VITTORIA – 1919. Foglio di propaganda per il “Prestito della Vittoria” nella prima Guerra mondiale. Il disegno è di C. Coppedè (AMPS, Cassa di Risparmio, Servizio Titoli, 1756).
Gli agenti del Vaticano incoronati dal Vaticano e i loro trucchi
<<A proposito di questi tre miliardi, sarà bene ricordare che essi rappresentano i frutti (enormemente aumentati) di una assicurazione sulla vita accesa oltre 50 anni fa da Umberto I presso i Lloyds di Londra. Alla sua morte, il figlio Vittorio Emanuele III, essendo unico beneficiario come erede, incassò sì il premio di un milione di sterline, ma lasciò la somma in deposito a Londra, né ritenne di doverla mai trasferire in Italia, neppure (ed è molto singolare) in previsione del secondo conflitto mondiale, né quando dichiarò guerra all’Inghilterra.
Non così tutti gli altri beni degli italiani esistenti in Inghilterra all’inizio delle ostilità; infatti, il governo inglese congelò questi, ma non bloccò quelli del capo del Paese col quale era in guerra ed è proprio per questa ragione che il governo italiano non ha potuto incamerare, firmata nel ’47 la pace, i tre miliardi depositati a Londra.
Infatti il magistrato inglese obiettò che, non avendo fatto il governo inglese (una singolare dimenticanza o un singolare favore?) depositare il credito di Vittorio Emanuele sul fondo comune dei beni stranieri “congelati”, la somma figurava come un qualsiasi credito privato di un libero cittadino britannico.
Da notare che i denari custoditi, dalla Hambros Bank, furono trasformati dagli inglesi in azioni del “Prestito della Vittoria”. Vittoria dei nemici, naturalmente. Ma che dopo l’8 settembre diventarono amici (Alleati).
Mussolini era al corrente ma preferì sempre tacere. Ma dopo il 25 luglio scriverà indignato che il re “desidera la vittoria inglese…la vittoria del Paese nel quale deposita sempre i suoi ingenti capitali!”>> Inno Tanzania
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1943- 44. E per quanto riguarda i fondi valutari degli italiani che furono rubati dai Savoia e trasformati in gioielli, oro e monete rare in oro finirono nelle mani dei “partigiani/massoni” i quali li consegnarono al loro imperatore papa cattolico ovviamente con profitti personali. Tranne la parte che fu intercettata dai tedeschi e consegnata al prefetto di Cuneo che non fu certo restituita agli italiani dal prefetto ma anzi fu fatta pervenire al solito piglia tutto papa ambrosiano finto romano.
Non sono riusciti a portarsi via tutto l’oro che avevano fregato dalle Casse di stato italiche i Savoia, parte di esso fu trovato dai tedeschi e consegnato al Prefetto di Cuneo e dalla prefettura però sparì. <<A fine 1943 e inizio 1944, i tedeschi del generale Tensfeld ritirandosi dall’Italia meridionale in quella settentrionale, avevano messo le mani sul tesoro sabaudo che stava per essere messo in salvo e saccheggiato anche la sua villa di Pollenzo. Erano 363 casse, circa 300 quintali di “tesoro”. Casse, che contenevano un po’ di tutto, gioielli, oggetti preziosi, dipinti, importanti documenti, ricordi di famiglia e anche la famosa collezione di monete; il tutto era stato trasportato in Alta Italia; ma più tardi il comando germanico aveva provveduto a restituire il bottino al prefetto di Cuneo>>…
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13 febbraio 2013:
Non c’è alcuna “crisi economica” in Italia ma si tratta di truffa finanziaria organizzata dal Vaticano e da Alti impiegati statali associatisi alla truffa. Il furto dei fondi agli italiani è già stato tentato e adesso tramite la collusione d’editori di giornali (sovvenzionati da fondi pubblici) il clero tenta ancora d’estorcere fiumi di pecunia.
Ma stavolta i debiti (bond) al gioco d’azzardo li risarciranno agli italiani il signor Mario Montie i suoi clerici burattinai giocatori d’azzardo!
 
<<Il 21 gennaio, con decreto luogotenenziale fu autorizzata l’emissione di un quarto prestito nazionale mediante la creazione di un titolo di debito consolidato fruttante l’interesse annuo del 5 per 100, con godimento dal 1° gennaio 1917, esente da ogni imposta presente e futura, e inconvertibile a tutto il 1931.
Il prestito fu prorogato due volte e sostenuto da grande propaganda, tuttavia non raggiunse i 4 miliardi che si speravano e il più dei 3 miliardi e 800 milioni sottoscritto si ricavò con i buoni del Tesoro e con la conversione di titoli dei tre prestiti precedenti. Saranno poi “dolori”, nel critico dopoguerra, per i circa 200.000 sottoscrittori, per ottenere non solo gli interessi, e furono presi da vere e proprie angosce per riavere indietro le somme investite.
Quando il Tesoro farà i conti dei debiti, i propri e quelli contratti con gli alleati, le speranze dei risparmiatori di riavere indietro i soldi furono quasi nulle.
La crisi finanziaria fu la causa di tutti i mali, per l’enorme indebitamento dello stato per le spese belliche sostenute in quattro anni di guerra. Una voragine senza fondo. >>http://cronologia.leonardo.it/ storia/a1917b.htm