mercoledì 16 ottobre 2013

non ci sono parole

Mangiano i pesci allevati, la Provincia
ordina di sparare ai cormorani

I pescatori esultano. Protestano gli animalisti: la specie è protetta ma se ne potranno abbattere un decimo

VICENZA— Anni e anni per far entrare la trota marmorata, specie autoctona, nell’Olimpo dei pesci protetti: facendola riprodurre nell’avannotteria più antica d’Italia, a Velo d’Astico. Ed ecco che, dopo tante fatiche, si affeziona al Vicentino il principale concorrente dei pescatori, il cormorano. Così la Provincia, per proteggere le sue specie ittiche più prestigiose dall’uccello che svolazza tra i corsi d’acqua locali, ha deciso di ricorrere alle doppiette: un decimo della popolazione verrà abbattuto «per disincentivarli a frequentare quelle zone ». Esultano i pescatori: «Lo chiedevamo da tempo». Mentre l’europarlamentare animalista, Andrea Zanoni, prepara una verifica: «Il cormorano è specie protetta, l’abbattimento è previsto solo in casi estremi. Ed è grave che si sia dato licenza di farlo anche ai cacciatori».
Ora pure il vicentino si è accodato ad altre aree dove in tempi più o meno recenti è stata consentito l’abbattimento del volatile: dal Lago di Como alla Valtellina, fino alla Sardegna dove si è ricorsi addirittura a una legge-deroga (salvo poi vedersela bocciare dall’Unione Europea), tutti contro i cormorani, accusati di cibarsi di grosse quantità di pesce. Vicenza ci riprova, dopo aver adottato misure simili per nutrie e cinghiali. Il testo parla chiaro: cita le iniziative per il ripopolamento nel fiume Astico in particolare di due specie autoctone, trota marmorata e temolo, quindi ricorda i tentativi fatti per dissuadere i cormorani dal pescare proprio lì (tramite corde tese sopra l’acqua, con nastri ben visibili). E riporta un parere favorevole all’abbattimento dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Istra).
Quindi dispone l’abbattimento, esclusivamente in alcune aree dei fiumi Astico e Brenta, da parte di «personale del Corpo di polizia provinciale, coadiuvato da operatori muniti di regolare porto d’armi individuati in collaborazione con i direttivi dei bacini di pesca». Tutti armati di carabina o armi di piccolo calibro, con munizioni atossiche e vestiti di giallo come gli spaventapasseri che verranno poi sistemati in zona per «rafforzare» la dissuazione degli uccelli a fermarsi. «Ben venga questa misura, l’avevamo chiesta anche noi», commenta Mario Casolini, presidente del bacino di pesca Astico- Leogra, realtà con 2.700 soci. «È da tre anni che abbiamo in gestione l’acquacoltura di Velo d’Astico: è la più vecchia d’Italia essendo nata nel 1893, e lì abbiamo reintrodotto gli ultimi esemplari di trota marmorata trovati nei fiumi vicentini. Ma quando passa il cormorano, che è un uccello migratore, è un disastro. Abbiamo posizionato fili e nastri sopra l’avannotteria, e funzionano, ma il danno è comunque notevole. Ricordiamo che è una specie lagunare, non tipica della nostra zona: è arrivata qua forse perché disturbata nella sua area di origine. La caccia è l’ultima ratio, e si tratta tra l’altro di una specie non commestibile ». Ben diversa l’opinione dell’europarlamentare Andrea Zanoni: «È un atto grave, perché oltre che far intervenire la polizia provinciale si è dato mandato ai cacciatori di cacciare una specie protetta. Valuterò la situazione: voglio sapere il tipo di parere dell’Istra e se sono stati attuati tutti i metodi alternativi: una deroga alla caccia è attuabile solo se sono dimostrati gravi danni e dopo il fallimento di ogni altro tentativo».

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